Roma
febbraio 2023
Elisabetta Benassi
Giulio Bensasson
Enzo Cucchi
Silvia Giambrone
Rä di Martino
Le Ferite di Roma
Galleria
Mattia De Luca
marzo 2023
Lulù Nuti
Luigi Ontani
Pietro Ruffo
Gabriele Silli
Marco Tirelli
Il progetto Le Ferite di Roma scaturisce dall’identificazione di 10 traumi della storia cittadina, con altrettante date e luoghi che rappresentano simbolicamente i momenti in cui la città ha tradito se stessa: le ferite che Roma si è autoinflitta.
L’architetto Daniel Libeskind, che conosce bene la maniera di affrontare i traumi di una nazione (con Ground Zero a New York e il Museo Ebraico di Berlino), afferma che “Il trauma non è qualcosa che puoi curare, perché sarà sempre lì”. Quindi ciò che possiamo fare è affrontare la ferita con una certa consapevolezza e risolutezza, “per poterci dare un senso di futuro diverso dal semplice essere perseguitati dai fantasmi del passato”.
Dall’uccisione di Giulio Cesare all’incendio di Roma, passando per gli assassini di Cola di Rienzo e Beatrice Cenci e le condanne di Galileo Galilei e Giordano Bruno, Le Ferite di Roma tracciano una storia di traumi rimossi della città. Un percorso temporale che approda alla storia moderna, che dall’inizio del Novecento con la marcia su Roma e il delitto Matteotti, arriva alla morte di due personaggi che hanno segnato la chiusura di un’era culturale e politica: Pier Paolo Pasolini e Aldo Moro. Queste ferite risiedono ancora oggi nell’inconscio collettivo della città, mentre molti dei luoghi che sono stati teatro di questi tradimenti sono chiassosi e distratti. Per affrontarle e curarle è necessario attivare una carica simbolica: la capacità immaginifica e visionaria tipica degli artisti contemporanei.
Spazio Taverna ha selezionato dieci artisti di diverse generazioni che hanno un rapporto privilegiato con Roma, e ha affidato ad ognuno una ferita da ricucire con un’opera realizzata sullo stesso foglio di carta Amatruda. Ad ogni artista viene affidata una ferita, con l’indicazione precisa del luogo e della data in cui è avvenuta. Viene invitato a realizzare un’opera che possa rappresentare una progressiva integrazione e unificazione delle ombre che depotenziano la città di Roma. Ognuno ha interpretato la propria ferita in chiave simbolica, narrativa o concettuale.
Dieci artisti per raccontare le ferite di Roma. Dieci opere su carta che vanno a costituire una rilettura simbolica, intesa come integrazione collettiva del trauma e non indulgenza verso le proprie debolezze.
Gli artisti: Elisabetta Benassi, Giulio Bensasson, Enzo Cucchi, Silvia Giambrone, Rä di Martino, Lulù Nuti, Luigi Ontani, Pietro Ruffo, Gabriele Silli e Marco Tirelli.
La mostra rappresenta il secondo evento di DLProjects, percorso autonomo e sperimentale di ricognizione sul panorama artistico contemporaneo, che si affianca all’ormai consolidato impegno della Galleria Mattia De Luca, dove sono state accolte le opere.
La presentazione del progetto è di Miguel Gotor, storico e Assessore alla Cultura del Comune di Roma.